La Commissione Mobilità oggi ha affrontato il tema della Stazione FS Pigneto e di tutte le opere collegate, questo è un breve report su quanto è stato detto, pubblicato dal Canale Telegram #DirettamenteRoma.


L'invito a leggere vale anche per chi non vive nel quadrante Est della città, perché bisogna a pensare che qualsiasi intervento sulla mobilità ha effetti sistemici sugli altri quadranti; insomma, la mobilità del Pigneto è importante anche al Trionfale e non solo.

Parliamo, in particolare, di un progetto assegnato da 22 milioni di euro, una partnership fra Ferrovie dello Stato e comune.

Si tratta, ricorda Enrico Stefano, di un progetto che farebbe scambiare la Metro C con le linee F1 ed F3, "chiudendo di fatto una parte dell'anello ferroviario" e seduti al tavolo della Commissione ci sono gli incaricati di Rete Ferroviaria Italiana.

Il progetto è stato approvato nel 2012 e comprende una fermata al Pigneto sulla FL1 (Orte-Fiumicino): è la linea che fa  Fara Sabina, Piana Bella di Montelibretti, Monterotondo-Mentana, Settebagni, Fidene, Nuovo Salario, Nomentana, Tiburtina, Tuscolana, Ostiense, Trastevere, Villa Bonelli, Magliana, Muratella, Ponte Galeria, Fiera di Roma e Parco Leonardo e che, dice RFI, fa 8 treni per senso di marcia nelle ore di punta. La stazione Pigneto servirebbe anche la Fl3 (Tiburtina-Ostiense-Viterbo), con scambio pedonale verso la fermata metro C Pigneto.

Per intenderci, stiamo parlando proprio della zona dirimpetto alla fermata metro Pigneto - se ci fate caso, davanti c'è un ponte ferroviario. La zona della stazione sarebbe lì. In prospettiva potrebbe essere prevista anche, nella stessa zona, una fermata sulla linea Merci: perché al Pigneto arriverebbero le linee dai Castelli e dalla zona di Cassino, "zone produttive". Questo renderebbe la zona Pigneto, già predisposta a quattro binari, "la zona di interscambio più grande della città".

Il progetto di potenziamento merci, ad oggi, tuttavia non è ancora approvato e potrebbe partire "solo in una seconda fase"

L'idea, comunque, in una prima fase, sarebbe quella di utilizzare tutti i tronconi che transitano fra Pigneto e Mandrione (alcuni sono attualmente a servizio passeggeri, altri a servizio merci), costruendo delle banchine esclusivamente, in una prima fase, per il servizio passeggeri.

Nonostante RFI fa presente che anche l'idea di costituire il Polo Merci sia "possibile", visto che la linea è predisposta: servono progetti, finanziamenti.; l'opera, spiega RFI, è divisa in due lotti; per uno dei due lotti mancano 12 milioni di euro che Roma Capitale non è ancora stata in grado di pagare, così Rfi ha modificato il progetto ed ha provato ad andare avanti con i 22 milioni già erogati.


Ecco il progetto. La prima tranche dei lavori, appaltata, è pronta per partire; FS ha già incontrato il V Municipio per definire i tempi di cantiere.

Parla il presidente V Municipio Giovanni Boccuzzi: "Siamo d'accordo con il progetto di interscambio, vorremmo avere un contributo da parte dei cittadini; Fs si è detta disponibile a fare un tavolo, un incontro pubblico". Il presidente sostiene la non necessarietà di realizzare "cinque ponticelli" e di cambiare il progetto per destinare i fondi "ad altro".

RFI fa presente che si tratta di "soldi pubblici" e che non è possibile cambiare "arbitrariamente" il progetto, servono "passaggi tecnici necessari". "Tutto quello che è sostenuto da passaggi tecnico-amministrativi, io lo posso fare; tutto il resto, no". Cambiando il progetto, dice RFI, ci sono tempi: "Ad oggi noi siamo in cantiere a novembre, cambiando il progetto andiamo a gennaio". "Secondo me slittiamo di un anno".

Parla il comitato di Quartiere Pigneto: "Facciamo subito una stazione utilizzando 2 marciapiedi, in questo modo possiamo servire quattro binari". "No, non è così", risponde RFI: il problema è che non passano i treni se si attrezzano due marciapiedi, gli spazi si restringono.

Piuttosto importante quanto appena uscito: per la cantierizzazione Pigneto salteranno a partire da novembre "almeno 50 posti auto per parcheggi pubblici"; "i cittadini sopporteranno sapendo che fra qualche mese potranno prendere il treno", dice Enrico Stefano; "Se ne faranno una ragione".

Fase A del cantiere: 100 giorni, finita a febbraio 2017; fase B del cantiere, 240 giorni, finita ad ottobre 2017. Quale lato del ponte ferroviario del Pigneto sarà chiuso? Occhio alla risposta perché non è scontata.

Perché Giovanni Boccuzzi lancia l'allarme: "Se chiudiamo il ponte alla circolazione sul lato opposto della metropolitana, e dunque lasciamo aperta solo la circolazione dove c'è la fermata della metro, avremo dei problemi per la stabilità di alcuni palazzi che sono pericolanti e con il cantiere potrebbero subire dei danni". Viene così rappresentata alla commissione una "cosa nota": l'isola pedonale del Pigneto è pericolante.

Altra notizia, il ponticello pedonale che collega la metro C all'isola pedonale del Pigneto è "assolutamente incompatibile con la stazione", visto che l'intero ponte ferroviario del Pigneto sarà "tombato", cioè coperto. Si discute di come poter ricordare alla cittadinanza che "lì c'era il ponte del Pigneto".

Un residente del Pigneto, senza alcuna particolare qualifica, chiede alla Commissione Mobilità "se uno dei cinque attraversamenti potrà essere soltanto ciclabile": il personale RFI, sorridente, risponde: "Sono soldi del comune, fateci quel che volete".

In questo momento Enrico Stefano sta rispondendo al cittadino del Pigneto che ha fatto una sorta di comizio in Commissione riguardante il degrado del Pigneto.

Valeria Baglio (PD) chiede una nuova riunione, un tavolo Regione-Stato-Comune per fare il punto su:
  • ci sono veramente i 20 milioni del comune di Roma?
  • dove si trovano e quando arrivano i 13 milioni che mancano?

Manca un elemento fondamentale, dice RFI: una convenzione con il comune di Roma che garantisca il flusso di finanziamento e che metta in chiaro la divisione dei lavori, "chi fa cosa", anche perché il tombamento del ponte ferroviario creerà un parco, realizzato da FS, che poi diventerà di Roma Capitale. 

RFI realizzerà sicuramente la prima fase del progetto che dipende interamente da fondi FS; senza la convenzione "io la seconda parte del progetto non la faccio neanche morto", dice RFI - si tratta, appunto, del tombamento, perché FS non ha intenzione di realizzare un'opera che diventa poi "terra di nessuno" come "altre opere che sono state effettuate". Anche la convenzione già firmata nel 2012 ha "sicuramente bisogno di una revisione".

Parola ad Agenzia della Mobilità che spiega le intersezioni fra la nuova FS e la ferrovia Roma-Giardinetti: "Quello è il tratto più delicato della Roma Giardinetti, perché dal Pigneto lato Casilina, a Termini, la ferrovia leggera scorre a monobinario. Sulla Roma Giardinetti a questo punto deve essere presa una decisione".

Inoltre, un altro progetto che potrebbe a questo punto essere ripreso in mano è quello del famoso tram fra Ponte Mammolo e Subaugusta, insomma: il tram che farebbe tutta la Palmiro Togliatti, per il quale c'è il progetto definitivo approvato "che potrebbe andare a gara domani" se ci fossero i fondi. In questo modo si ricostruirebbe l'intero sistema di mobilità del quadrante est di Roma.

Nel medio periodo, inoltre, l'idea è quella di "dismettere la Roma-Giardinetti", ferrovia a scartamento ridotto, sistema che c'è soltanto su "Roma Giardinetti e in un'altra ferrovia in Italia". Ci sono ormai tecnologie che consentono di sistemare un Tram di nuova generazione senza cambiare gli attuali binari. Inoltre, visto che c'è un "muletto di scambio pronto e già predisposto", la Roma Giardinetti potrebbe essere portata direttamente dentro Roma-Termini, cedendo l'intera linea a Ferrovie dello Stato.

Agenzia della Mobilità rappresenta "l'assoluta esigenza di parlare, in una nuova commissione, dell'intero nodo ferroviario romano"; sopratutto perché il 25 ottobre è prevista l'udienza del Tar su Vigna Clara-Roma Nord, i cittadini chiedono chiarezza a quello che potrebbe essere il sistema di chiusura dell'anello ferroviario a Roma".

Finisce così la seduta della commissione mobilità capitolina; come avete notato, nessuna decisione è stata presa, né bozze di delibere. E' il "piano di lavori" del presidente di commissione Enrico Stefano che sta lavorando a batteria convocando sedute di "relazione" sui vari dossier aperti, invitando le parti in causa e il personale interessato.